sabato 24 maggio 2014

Il verde nella RI-definizione dello spazio costruito: l’agricoltura urbana come forma di rinnovamento della città

In uno spazio sempre più grigio ed infrastrutturato, la natura può rappresentare un nuovo ritmo per la città, che opponga al susseguirsi di linee costruite, nuovi spazi aperti e “muri verdi”.
L’elemento verde può dialogare con la materia costruita, non tanto mascherandola, quanto esaltandone le forme e migliorandole.
La presenza di spazi verdi permette inoltre ai cittadini delle grandi città di inserirsi, anche solo per un attimo, in una dimensione lontana dal caos della vita quotidiana: lo spazio verde diviene così portatore di benessere.



Si diffonde così l’uso delle pareti verdi, un piacevole contrasto con le “muraglie” spesso spoglie e quasi abbandonate che spesso incontriamo nei panorami delle città (l’involucro che “prende vita”); edifici pubblici ospitano sempre più al loro interno alberi, come grandi sculture viventi che cambiano e si evolvono nel tempo; vecchie infrastrutture assumono nuova vita trasformandosi in parchi e luoghi di incontro.

Se il verde a grande scala può riqualificare i grandi spazi della città, quello più minuto può diventare invece l’occasione per avvicinare le persone ad una pratica che sembra ormai sempre più diffondersi sui terrazzi delle città: la coltivazione “prêt-à-porter”. Il fenomeno degli orti urbani e dell’ “agricoltura amatoriale” sta prendendo sempre più piede e i protagonisti che se ne occupano sembrano sempre più vari:

“impiegati (12%), operai (10%), lavoratori autonomi, commercianti e imprenditori (8%), insegnanti (4%) sono di fatto esempi di nuovi agricoltori urbani che praticano questo hobby spinti dal desiderio di trovare sulle proprie tavole prodotti sani (60%), magari riuscendo a risparmiare anche un po’ (18%)”   

La presenza di questi nuovi orti sembra apportare benefici su diversi fronti: crea nuova occupazione, migliora le interazioni sociali, aumenta la qualità di vita e può diventare una soluzione per la riqualificazione di spazi in disuso ed abbandonati.  Inoltre la possibilità di autoprodursi un sostentamento, può permettere a tutti di avere sulle proprie tavole prodotti di qualità e a basso costo.


Lo stesso Comune di Milano ha istituito l’iniziativa  “coltivaMI”, per “[…] garantire forme di aggregazione, […] valorizzare il territorio […] e per favorire forme di conoscenza e diffusione di pratiche eco-sostenibili all’interno del contesto urbano[…].”


Insieme a questa iniziativa, il Comune ha istituito altre operazioni che fanno dell’agricoltura urbana la protagonista di un rinnovamento della città (http://www.agricity.it/). 


Gli orti urbani rappresentano dunque uno spunto interessante per riorientare le direttrici della crescita incontrollata delle città, perché mentre la “città diffusa” va ad invadere lo spazio rurale mettendo in crisi lo spazio agricolo circostante, l’orto urbano permette all’agricoltura di impadronirsi simultaneamente dello spazio metropolitano.

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