In uno spazio sempre più grigio
ed infrastrutturato, la natura può rappresentare un nuovo ritmo per la città,
che opponga al susseguirsi di linee costruite, nuovi spazi aperti e “muri
verdi”.
L’elemento verde può dialogare
con la materia costruita, non tanto mascherandola, quanto esaltandone le forme
e migliorandole.
La presenza di spazi verdi permette
inoltre ai cittadini delle grandi città di inserirsi, anche solo per un attimo,
in una dimensione lontana dal caos della vita quotidiana: lo spazio verde
diviene così portatore di benessere.
Si diffonde così l’uso delle
pareti verdi, un piacevole contrasto con le “muraglie” spesso spoglie e quasi
abbandonate che spesso incontriamo nei panorami delle città (l’involucro che
“prende vita”); edifici pubblici ospitano sempre più al loro interno alberi,
come grandi sculture viventi che cambiano e si evolvono nel tempo; vecchie
infrastrutture assumono nuova vita trasformandosi in parchi e luoghi di
incontro.
Se il verde a grande scala può
riqualificare i grandi spazi della città, quello più minuto può diventare
invece l’occasione per avvicinare le persone ad una pratica che sembra ormai
sempre più diffondersi sui terrazzi delle città: la coltivazione “prêt-à-porter”.
Il fenomeno degli orti urbani e dell’ “agricoltura amatoriale” sta prendendo
sempre più piede e i protagonisti che se ne occupano sembrano sempre più vari:
“impiegati (12%), operai (10%), lavoratori autonomi, commercianti e
imprenditori (8%), insegnanti (4%) sono di fatto esempi di nuovi
agricoltori urbani che praticano questo hobby spinti dal
desiderio di trovare sulle proprie tavole prodotti sani (60%), magari
riuscendo a risparmiare anche un po’ (18%)”
Fonte:http://www.architetturaecosostenibile.it/curiosita/varie/orti-urbani-fenomeno-crescita-708.html
La presenza di questi nuovi orti
sembra apportare benefici su diversi fronti: crea nuova occupazione, migliora
le interazioni sociali, aumenta la qualità di vita e può diventare una
soluzione per la riqualificazione di spazi in disuso ed abbandonati. Inoltre la possibilità di autoprodursi un
sostentamento, può permettere a tutti di avere sulle proprie tavole prodotti di
qualità e a basso costo.
Lo stesso Comune di
Milano ha istituito l’iniziativa “coltivaMI”, per “[…] garantire forme di aggregazione, […] valorizzare il territorio […]
e per favorire forme di conoscenza e diffusione di pratiche eco-sostenibili
all’interno del contesto urbano[…].”
Insieme a questa iniziativa, il Comune
ha istituito altre operazioni che fanno dell’agricoltura urbana la protagonista
di un rinnovamento della città (http://www.agricity.it/).
Gli orti urbani rappresentano
dunque uno spunto interessante per riorientare le direttrici della crescita
incontrollata delle città, perché mentre la “città diffusa” va ad invadere lo
spazio rurale mettendo in crisi lo spazio agricolo circostante, l’orto urbano
permette all’agricoltura di impadronirsi simultaneamente dello spazio metropolitano.
Nessun commento:
Posta un commento